UNA STORIA RIDICOLA
In tempi di cambiamenti radicali , sempre più spesso la cultura viene invocata piuttosto che praticata .Eppure, ancora oggi , capita con una certa frequenza di incontrare individui che ,occupando in genere un posto modesto nella scala sociale , affidano il loro riscatto ad un sapere onnivoro e indiscriminato , non sostenuto da studi regolari , eppure entusiasticamente indomito .Per intelligenti o meno che siano , e con aspetti caratteriologici e comportamentali differenti , hanno quasi tutti uno stesso comun denominatore : un orgoglio invadente e inconsapevole dei propri limiti ed una erudizione ( da ex rudis ) indisciplinata , portata spesso a scoprire quella che un tempo veniva chiamata acqua calda .
A questa categoria potrebbe appartenere anche Marcial , responsabile della macellazione delle carni in un mattatoio , nonché protagonista di questo straordinario romanzo .A differenziarlo, però, l’estrema intelligenza “filosofica” che gli presta , senza nessun velo , l’autore medesimo, letterato sofisticato ed autore del già interessante Pioggia sottile. Tuttavia la relativa mancanza di credibilità di un personaggio che rappresenta una sorta di emanazione diretta del suo autore è non solo mitigata , ma resa addirittura plastica dai suoi istinti panflettistici , dalla capacità di confessare con compiacimento le sue carenze e le sue colpe ,dai tic , dalle manie e dalle situazioni reali o immaginate che ne derivano , lungo un auto da fè disarmante e patetico .Tale sia per l’ acume sottile che per la serietà inflessibile , innervate da un fanatismo disturbato e disturbante .Con gli esiti di un cartesiano delirio senza veli , sempre oscillante tra la solitudine aumentata da un robusto complesso di superiorità e la socialità diminuita da un dubbioso e spesso paralizzante complesso di inferiorità.
Incongruente amante degli animali, e vendicativo spregiatore a prescindere di quasi tutti gli umani, Marcial trova un suo equilibrio strutturale nel piacere indispensabile dell’antipatia e dell’odio, con sospettosi deliri di una crudeltà punitiva che affonda le sue radici nella mania di persecuzione , sentendosi non solo invisibile nella sua presunta grandezza ,bensì accanitamente irriso e invariabilmente umiliato .Finchè una passione inaspettata e fulminante per la giovane e altolocata Pepita butta improvvisamente all’aria il suo difensivo ma solido e rassicurante sistema di vita , costruito intorno all’incapacità di affetto , e gli disvela l’apparentamento spesso indistinguibile fra l’amore e l’odio .
Allora la prima a vacillare è l’autostima , e il secondo il suo malinteso senso del merito, direttamente collegato all’esternazione delle sue verità .Così la faticosa ed esilarante conquista lo porta a tradire se stesso , simulando un io completamente diverso da quello a cui affidava tutta la sua immaginaria onorabilità .Di questo epico tracollo non diremo altro , se non che il titolo non è collegato a tutta la vicenda , bensì ad un suo quasi monumentale momento specifico, che rappresenta anche la sorpresa di questa singolare trama squisitamente monologante , densa di principi generali alti come di infime, sapidissime minuzie rivelatrici.
Minuzie tali da sfidare qualsiasi recensione , perché l’unica cosa da fare è immergersi nelle pagine , come si fa con le recite dei bambini, su un palco o in piedi su una sedia :serissime nell’esordio dell’impegno , patetiche nel risultato, toccanti nella partecipe simulazione ammirata degli adulti , mentre intorno si diffondono pensieri generali e specifici su quel piccolo protagonismo , emblema minimo e ancora per poco benevolo di un futuro modo di stare al mondo. E non a caso questo titolo è stato giudicato come uno dei cinque migliori libri spagnoli del 2024.
Magari con l’avvertenza di dimenticare il suo svolgimento temporale all’epoca di internet , senza lasciarsi fuorviare troppo da un ‘interpretazione in filigrana , allusiva alla sfrontatezza , alla volgarità ,alla negatività e alla superficialità dei tempi e dei loro innumerevoli esegeti .Tutto questo è sì presente , ma l’attualizzazione costituirebbe anche una forzatura . Qui si respira la rabbia e la pietas di un dramma sia secolare che individuale ,intriso di un reazionarismo antico, che fa di questo personaggio un classico , non diversamente da certi apparentamenti , che buttiamo lì alla rinfusa come una manciata di astragali improvvisati : Cervantes e il suo Don Chisciotte , Daudet con Tartarino di Tarascona ,Nabokov con Pnin ,Flaubert con Bouvard e Pecuchet , Kundera con Lo scherzo, e si potrebbe continuare…
Il libro
UNA STORIA RIDICOLA di Luis Landero , Fazi 2025 , 206 pagine , 18,50 euro
L’autore
Luis Landero ( Albuquerque 1948 ) emigra a Madrid negli anni 50 . Di estrazione contadina , si adatta a diversi mestieri prima di laurearsi in filologia romanza presso l’Università Computense . Giornalista per il Paìs , esordisce come romanziere con Giochi tardivi (1989) . Ha insegnato in seguito all’Accademia di arte drammatica ed è stato professore inviato all’Università di Yale . E’ tra i più riconosciuti scrittori viventi di lingua spagnola e autore di romanzi , saggi e memoir. Oltre a Giochi tardivi, sono stati tradotti in italiano : L’apprendista stregone ( 1998 ) , Assoluzione ( 2012 ) , La vita negoziabile (2018 ) , Pioggia sottile (2023 ) .