MEMORIE DI UNA TIGRE
Ci sono romanzi che pretendono attenzione , sottolineature ,
Dire che ci si trova di fronte ad un inusitato thriller delle emozioni sarebbe risolutivo , ma fin troppo facile ; e nemmeno valgono gli esempi dei tanti rapporti fra servo e padrone che punteggiano la letteratura , così come si è lontani dalle numerose , sofferte testimonianze sulla demenza senile , o dai percorsi labirintici soffusi di quell’intimismo adulto che solo l’avanzare dell’età consente di apprezzare . Perchè Fiona McFarlane è una donna giovane , lo si intuisce dall’ audacia della sua durevole energia , e Dio solo sa da dove abbia attinto tanta sottile e pregnante sapienza : mentre si viene catturati dalla tigre , si ha appena il tempo di notare l’agile proprietà della sua scrittura scorrevole , apparentemente esente da qualsiasi sperimentalismo .
Usciti dall’incantesimo , si ripercorrono a ritroso le dosature millimetriche dell’insieme , che riesce a permeare la limpidezza agevole dell’espressione con accortezze psicologiche e fisiche tali da rendere indelebili i caratteri , i corpi , la natura . Ci sono balene che dovrebbero migrare e non si vedono mai , quasi traslate nella potenza corporea dell’assistente , aureolata da capelli indomiti che cambiano continuamente tinta , ombreggiando bicipiti color burro fuso . Arbusti in lotta con la sabbia , gatti anonimi che dormono o segnalano pericoli felini , gabbiani che ristanno muti mentre le donne parlano e pensano lungo dialoghi e monologhi incongrui , comunque di una puntualità assoluta nel far coincidere l’avanzamento della trama con l’ espressione dei caratteri , dei pensieri , degli ambienti , delle poche altre figure al contorno , perse tra lettere e telefonate…
Un libro violento , ossessivo , eppure a suo modo anche denso di una compassionevole pena , che sembra non discendere da alcuna ispirazione esogena , bensì solo da una penna originale toccata da una grazia che può dare a bere al lettore qualsiasi cosa , contrabbandando la cicuta per un limpido te delle cinque , o viceversa . Con l’ulteriore merito di non prestarsi nemmeno a sinossi dilatate o ad esegesi dotte , per non turbare l’alta qualità narrativa dell’intrattenimento , raffinato e nel contempo alla portata di tutti , benchè esente da ogni lusinga commerciale .
Il libro
L’OSPITE NOTTURNO di Fiona McFarlane , Einaudi Stile Libero Big , 2014 , 272 pagine ,17 , 50 euro
L’autore
Fiona McFarlane è nata a Sidney nel 1978 , e ha compiuto studi universitari sia in Australia che negli Stati Uniti . Ha iniziato la sua carriera di scrittrice pubblicando vari racconti . L’ospite notturno è il suo primo romanzo
La citazione
“Ed era disgustata da lui , perchè nessuno poteva essere morto per davvero , completamente ; nessuno poteva sopportare una cosa simile . Un conto era morire – e Ruth aveva sorretto la testa a Harry , se lo ricordava adesso : rivide la sabbia sul marciapiede alla fermata dell’autobus e la testa tremante di Harry in punto di morte – ma continuare a essere morto era tutt’altra cosa . Era ostinato , ingeneroso”.
Le connessioni arbitrarie (e virtuose)
Per l’atmosfera , i rapporti , l’ambientazione : La visitatrice di Maeve Brennan , Chiedi scusa! Chiedi scusa! di Elizabeth Kelly , Fratelli di Carmelo Samonà
Per la vecchiaia : Una desolazione di Yasmina Reza , Il diario di Jane Somers e Se gioventù sapesse di Doris Lessing