IL GIORNO DELL’APE
Il Digital 2023 Global Overview Report dice che , su una popolazione mondiale di 8 miliardi di persone , 5,16 miliardi sono connessi ad internet , su cui trascorrono una media giornaliera di 6 ore e 37 minuti per trovare informazioni ,restare in contatto con parenti ed amici ,rimanere aggiornati su notizie ed eventi ,guardare video e , soprattutto, giocare . Ovvio che il tempo che rimane sia poco ; da cui non solo un ulteriore decremento della lettura di libri con , eventualmente , una obbligatoria preferenza per testi il più possibile brevi e relativamente impegnativi . Dunque non solo mancano i giornali per incartare il pesce e scompaiono dagli arredi privati le biblioteche , ma si sgretola anche l’attenzione , senza che peraltro si innalzi una cultura che si nutre prevalentemente di frammenti impazienti .Insomma , corteggiamo una obesità da malnutrizione. Invece , per quanto ci riguarda ,pur amando le nuove tecnologie , privilegiamo i libri lunghi , soprattutto se acconciamente pensati, scritti e strutturati ; che ,oltre allo loro specifiche qualità , rappresentano un appuntamento rinnovabile , un’umana dimestichezza che a mano a mano si fa calore ,un esercizio di complicità per comprendere gli altri e , infine , anche un riposo da noi stessi . Tralasciando qualsiasi altra considerazione professionale , essendo la lettura il primo , ininterrotto “mestiere” che ci riconosciamo .
Il forse inutile preambolo solo per raccomandare di non scartare inorriditi le 664 pagine di questo libro affascinante , che tocca la storia di due generazioni dei giorni nostri , in un paesino a 200 chilometri da Dublino .E , nonostante gli avi incombano sullo sfondo , insieme a tante altre figure importanti o anonime che partecipano alle loro vite , tutto ruota intorno a quattro personaggi favoriti dal destino ma tarpati nelle loro aspettative in funzione di ruoli affettivi e sociali che non si sono scelti .Secondo dettami doveristici e coercitivi che ne segnano l’esistenza , impedendo loro di interagire all’interno dello stesso nucleo . Innestando così percorsi di interiorità dolenti e di esteriorità mascherate , che trascorrono in parallelo , obbligandoli a soccombere sia a se stessi che agli altri . E, per ognuno , quattro lunghi capitoli monologanti in prima persona , fino all’ultimo , in cui l’autore si rivolge loro direttamente dopo aver coerentemente scelto quattro tipologie espressive diverse e distintive , senza che la compattezza stilistica del libro denunci una qualche forma strumentale di artificiosità .Risultato particolarmente difficile da raggiungere con personaggi che usano molto anche internet .
Conosciamo così la maturanda Cass , che imputa al padre la rovina finaziaria e sociale della famiglia e inizia a bere smodatamente , per motivi che in realtà conosceremo in seguito .Il tenero e saputissimo dodicenne P.J. assorto nei suoi problemi ecologici da cui tuttavia ricava solitudine e disagio , intuendo quello che di fatto non può ancora capire .La madre Imelda , bellissima e sveglia , scampata ai bassifondi di una famiglia atroce, e prossima a sposare insperatamente Frank , l’amore della sua vita , nonché figlio del possidente del luogo .E che poi ripiegherà per pena sul fratello Dickie . E infine appunto Dickie , intelligente , pensoso , non adatto agli affari ,spezzato in due da un segreto doloroso che non sa confessare o allontanare .
Riassunto così , potrebbe essere Carolina Invernizio o Liala , invece questo è il primo romanzo contemporaneo che riesce ad impadronirsi dei giorni nostri , adombrando il conflitto tra città e provincia , tra diseredati e possidenti, tra etichetta dei rapporti e occultamento dei segreti , mentre tutto va male e ognuno cerca di opporsi alla catastrofe subendola da fermo e nel contempo sognando una fuga che solo uno tenterà di realizzare . Come se lo sforzo laborioso e assiduo dell’ape per accordarsi alla genetica della sua ragion d’essere fosse ormai inutile .
Libro di vincitori potenziali trasformati in vinti non solo dal destino o dal caso , ma anche dalla tensione di tempi in bilico , che stanno cambiando senza peraltro riuscire ancora a liberarsi del loro vecchio carapace .Scritto pacatamente secondo stilemi che rasentano sia il pianto che il sorriso , in grado di scavare negli animi come di descrivere e rintoccare gli esterni , nonché capace di strutturarsi in modo ingegnoso secondo un gioco di incastri che ricompongono il puzzle solo alla fine dell’opera .E basterebbe leggere le pagine sul cambiamento climatico per comprendere di trovarsi di fronte ad un autore che capisce e si fa capire ,e nel contempo sa intrattenere regalandoci il senso di compiutezza di ogni opera riuscita .Unitamente a personaggi non dimenticabili ,che si ha voglia di aiutare aiutandoci, in grado di arricchire ulteriormente tutto il bagaglio umano che ci portiamo dietro . Come nei grandi classici .
Il libro
IL GIORNO DELL’APE di Paul Murray , Einaudi 2025 , 664 pagine
L’autore
Paul Murray nasce nel 1975 a Dublino .Figlio di insegnanti , studia letteratura inglese al Trinity College per poi laurearsi in scrittura creativa . Dopo aver lavorato come libraio esordisce nel 2003 con il romanzo An evening of long goodbyes . In seguito pubblica altri tre romanzi , vincendo numerosi premi .
La citazione
O , per metterla in altri termini , siamo espressioni diverse di una vulnerabilità e di bisogni uguali per tutti .E’ questo che ci unisce .E quando lo avremo riconosciuto , quando ci vedremo come una comunità di differenze ,quelle stesse differenze non ci definiranno più .Sarà allora che potremo cominciare a lavorare insieme e cambiare le cose .