Film

GIURATO NUMERO DUE

La giustizia , immagine ricorrente in questo film , è bendata , perché la giustizia è l’imparziale ricerca della verità e non guarda in faccia a nessuno . Ma la verità è sempre giusta ? E noi che non siamo bendati , che cosa vediamo, condizionati dalle nostre distorsioni cognitive ( culturali , emotive , interessate , disattente , automatiche o comunque spesso precostituite ) ? Tanto che recenti indagini statistiche parlano della diffusione di un sempre più basso principio di realtà , incrementato da un analfabetismo funzionale e da una formazione sociale portata al tutto e subito ; ossia alla non riflessione , al basso interscambio , all’affermazione non dubitativa ma pregiudiziale ? E cosa succede , in questo contesto , quando dovesse intervenire anche la coscienza , ammesso che sia disponibile ?

L’ultimo film di Clint Eastwood parla di questi temi affidandosi al genere frequentatissimo del courtroom drama , mettendo in scena la formazione e lo svolgimento di un processo intorno ad un presunto colpevole accerchiato dalla giudice , dagli avvocati della difesa e dell’accusa e dalla giuria popolare . Ma non siamo dalle parti del magistrale Sidney Lumet ( La parola ai giurati , Il verdetto , Prova a incastrarmi ) e neppure dei tanti legal thriller sui quali è proibito spoilerare , bensì del meno noto Anatomia di una caduta , ossia con il contorno di una realtà familiare .

E la trama si può esporre perché , dati i temi citati, tutti gli elementi sono messi in chiaro fin da subito , non dovendo sostenere la suspense , bensì la dolorosa e lenta presa d’atto di qualcuno che scopre su se stesso una verità diversa e pericolosa . In una cittadina della Georgia si deve infatti giudicare il probabile assassino della propria compagna , mentre la giuria si va formando . L’accusa non dispone di prove definitive , ma si tratta di un violento che , dopo un litigio in un bar, avrebbe seguito la donna che lo stava abbandonando e l’avrebbe uccisa , lasciandone il cadavere in un torrente . Naturalmente in una notte di pioggia omicida. Senonchè il giurato numero due , ex alcolista redento , nonché marito affettuoso di una moglie provata da un precedente aborto e da una nuova gravidanza difficile, si accosta progressivamente al fatto di essere lui il colpevole, mentre pensava – per prudente negligenza o per istintiva autodifesa – di avere investito un cervo .

Il film è netto , rapido , accuratamente legato ai fatti , abile nel sovrapporre la ricerca delle prove , schiudendole man mano nella mente del giudicante che sente di dover seminare il dubbio nei colpevolisti e nel contempo cercare di salvarsi da se stesso e dal caso . Si affida a dialoghi circostanziati, evita il didattismo esplicito venandolo di una tristezza esistenziale senza retorica , affidandosi sia ai piccoli opportunismi di ognuno sia al dirimente , paradossale interrogativo circa il comportamento di un giudicante colpevole rispetto ad un giudicato innocente.

A differenza di an altro grande anziano come Woody Allen , che continua talvolta a girare comunque, pur di non morire, a quasi 94 anni Clint Eastwood rimane viceversa un uomo ed un professionista verticale , tutt’altro che reazionario , che continua a riflettere e a battersi sia per gli eroi sia per i dimenticati o gli invisibili , siano uomini in carne ed ossa oppure principi ormai antichi e sempre più negletti. Frontalmente e dietro le quinte , senza fanfare , senza scorciatoie , senza abusare egoticamente della sua ormai leggendaria ed eclettica firma , ma con un occhio sempre lucido e umilmente attento al servizio del racconto , dell’intrattenimento, dello spettacolo , ossia alle ragioni per cui il cinema è nato e continua ad esistere . Lo amiamo e lo ammiriamo da sempre, e vorremmo che anche lui continuasse a continuare così.

GIURATO NUMERO DUE, di Clint Eastwood , Usa 2024 , durata 114 minuti

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Marinella Doriguzzi Bozzo

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