FRIARIELLI
I dati Istat del 15 gennaio 2015 sostengono che nel 2013/2014 la quota di lettori è scesa dal 43% al 41% rispetto al 2012 ; che il 48% delle femmine ha letto almeno un libro nell’anno , contro il 34% dei maschi ; che i cosiddetti lettori forti non leggono comunque più di un libro al mese ; che chi consulta i quotidiani lo fa in gran parte su internet oppure al bar , ottimo per le notizie , pessimo per le riflessioni . Colpa dell’editoria , dei costi e della crisi ? Anche . Eppure esistono le biblioteche e gli interscambi fra i singoli… Morale sommaria : la motivazione è comunque bassa . Allora come mai non c’è giorno che Dio mandi in terra che non fioriscano incontri , dibattiti , manifestazioni , mostre , presentazioni , reading , maratone culturali , libri e friarielli e mazurke e cuccagne …? Non solo nei centri grandi o medi , ma in ogni paesino o quasi della penisola ? S’affaccia il dubbio che la cultura in senso lato sia un business che non faccia core business , e che ricorra agli effetti speciali della collateralità o dell’indotto per portare a casa comunque qualche cosa . Ma gli utenti che cosa portano a casa ? I pochi o tanti che si abbuffano di Torino spiritualità o Biennale democrazia o Fiera del libro ( nomi locali a caso ) che cosa introiettano , approfondiscono , mettono a frutto ? Certo , la lettura è anche piacere fine a se stesso , ma per esercitare qualsiasi sport o lavoro con un minimo di divertimento e anche di ritorno sull’investimento , qualche robusto rudimento bisogna pur forgiarselo . In caso contrario è una penitenza da schivare .
Si rafforza allora il sospetto che almeno un certo numero di partecipanti a ) ci sia per esserci , non diversamente da qualsiasi altra occasione mondana b ) sia più interessato all’esteriorità dei personaggi famosi – hai visto quant’è invecchiato , me lo figuravo più alto , si veste da cani , ma quella in seconda fila è l’amante o la moglie ? – che non ai loro pensieri e alle loro opere c ) pensi di introiettare il sapere per una misteriosa legge osmotica che compenetrerebbe il palco e la platea d ) tornato a casa , magari con un autografo , citi a vanvera qualche cosa che rimane finchè sussiste la memoria a breve e ) supponga senza motivo , e quindi pericolosamente , di vantare degli elementi in più , che invece rimangono lettera morta , appiccicati lì per caso come i moscerini sul parabrezza .
Conclusione : qualsiasi cognizione , anche la più modesta , aborre il sentito dire , il citazionismo decontestualizzato , il capra e cavoli , ed esige un qualche ulteriore impiego in applicazione , analisi , rielaborazione . Altrimenti equivale ad un cambio d’abito , ad un quiz di Jerry Scotti o a una passeggiata della salute . Bene anche così , basta saperlo .
I FUNERALI DI VAN GOGH – 1893 – di Emile Bernard