CABARET BIARRITZ
La grande guerra è finita da qualche anno e i luoghi deputati della mondanità internazionale hanno ulteriormente incrementato i loro riti goderecci . Teste coronate e saltimbanchi , miliardari e prosseneti , fastose dame e femmine di vita , fanciulle in fiore e servette occhiute , falliti , famosi e aspiranti tali si alternano sullo sfondo di una natura travisata dallo sfarzo , dove brilla la cartapesta e ammuffiscono i diamanti . Il desiderio più di sperdizione che d’oblio è un vortice parossistico che non contamina solo le classi agiate , e ben lo sa Philip Fourac , cinico editore che spregia la verità e ammannisce menzogne in grado di incrementare sia i pettegolezzi esclusivi che le morbosità popolari . Memore di una morte irrisolta in quel di Biarritz , incarica il reietto Miet , zoppo e semicieco , di percorrere a ritroso le domande allora lasciate senza risposta , confidando nella sua passione per la scrittura , ancora più forte della necessità di campare con quasi niente .
Prende così il via un’inchiesta in forma di metaromanzo , in cui l’autore vero simula di non essere tale , affidando la storia non tanto a Miet , bensì al postumo ritrovamento dei suoi appunti , con finte note e bibliografie che sembrano vere e riflettono sulla scrittura stessa , mentre i differenti protagonisti rispondono direttamente a interrogativi mai formulati . Che è la prima delle tante trovate di un libro costruito ingegnosamente , scritto in modo colto e vivace , in grado di intrattenere con malizioso garbo , mescolando un presunto giallo con un’analisi di tempi lontani eppure accomunati ai nostri in un abbraccio da cupio dissolvi . Tutto è realistico e mitologico , la vita una forma di rappresentazione , la verità una somma fantasiosa di individualismi sfuggenti , dipanati per delazioni mirate ed incastri fortuiti all’interno di tante cornici messe en abyme per soddisfare il bisogno di un altrove elitario . Che poi fatalmente torna a precipitare nelle prosaiche inquietudini di miserie sia morali che materiali , mentre ogni amour fou tramonta o fallisce .
Senza parere , c’è molta letteratura in filigrana , prima fra tutte la Balbec – Trouville – Cabourg di Proust innestata sul feuilletton nobile ottocentesco , ma sotto le velature fitte dei resoconti e dei cataloghi del lusso , sì che la memoria e la nostalgia si ingannano vicendevolmente nella favola che ne cela altre , ma di striscio , senza parere , come se si trattasse del gioco professionale di una partita truccata . A sua volta riassunta dalle mille differenti modalità di raccontare una storia classica en travesti . E , oltre alla letteratura , la critica letteraria , il falso giornalismo d’inchiesta , la cronaca scandalistica urlata , la toponomastica dei luoghi di pochi sognati da tutti , ad accomunare dipendenti e padroni . Ma la nota dominante è la cartesiana chiarezza che , linguisticamente e strutturalmente , inventa un mondo immaginando di fotografarlo con vigile , efficientissimo accanimento , passando attraverso un corale mosaico di figure che si mettono stringatamente al servizio del lettore . Ognuna disponendo di uno sguardo che non ha visto o ha visto senza saperlo , sì che l’intero libro assume la forma composita di un globo oculare d’insetto , eppure scandito con assoluta linearità da essenziali capitoli , intitolati al cognome e al mestiere dei singoli possibili o inutili testimoni . Rappresentati anni dopo i fatti nei loro tic linguistici , nelle loro ossessioni psicologiche , nel trascinamento di successive esistenze che hanno beneficiato di un unico momento fondante , l’estate del 1925 . Coscienti o ignari , coinvolti o vittime , misteri di un mistero maggiore , tutti illustrano il solitario scacco dell’esistere , alla luce di un’intenzione satirico- ironica tale da richiamare alla nostra contemporaneità che indora e mistifica la dispersività di tanti fallimenti .
Anche in questo caso , seppure sempre più raramente , un titolo che contamina il piumaggio con il rigore , la classicità con la commerciabilità di livello , dove arte e artigianato si confondono sia a beneficio di chi vuole essere immediatamente intrattenuto , sia di chi ha la pazienza di delibare accorgimenti , allusioni , radici . Un sorprendente , gradevole privilegio per tutti , in perfetta armonia con l’ambientazione e lo spirito di un singolare spettacolo di cabaret , che gioca su diversi palcoscenici , irridendo sul serio .
Il libro
CABARET BIARRITZ di José C. Vales , Neri pozza 2016 , 360 pagine , 18 euro
L’autore
José C . Vales ( Zamora , 1965 ) è un autore laureato in filologia spagnola all’università di Salamanca , successivamente specializzato a Madrid in filosofia ed estetica della letteratura romantica . La sua attività professionale , vincolata da sempre al mondo editoriale , lo vede traduttore , editor e redattore presso diverse case editrici . Nel 2013 pubblica il suo primo romanzo El pensionato de Neuwelke , un omaggio a Jane Austen ed Anthony Trollope . Nel 2015 dà alle stampe Cabaret Biarritz , vincitore del premio Nadal .
La citazione
” E’ curioso signor Miet : per qualche ragione la morte ci impone di piagnucolare e fare scenate , batterci il petto e cospargerci il capo di cenere.. come se non sapessimo che la morte prima o poi arriva . Oggi come sempre , non dovremmo sorprenderci . La gente ha l’abitudine di morire da tempi immemorabili : è un’abitudine atavica . Tuttavia ci fa piangere il cuore e sui giornali e nei libri ci appassiona… perciò , quando venni a sapere che era accaduto tutto quello , pensai che il suicidio di quella ragazza poteva essere la mia salvezza . Quell’anno i macellai sanguinari erano stati pigri , e avevano esercitato la loro violenza solo sulle costate di manzo , i becchini traditi avevano chiuso un occhio , le suore isteriche andavano d’amore e d’accordo con le consorelle e le contesse dalla doppia vita avevano messo da parte abbastanza , non dovevano dedicarsi a pericolosi vizi notturni . . Ma ora una giovane suicida mi permetteva di immaginare oscuri labirinti che , a loro volta , risvegliavano il tarlo della curiosità e la voglia di intrighi nei lettori estivi ” .
” Vede quel gruppo di giovani donne vicino alla finestra ? Sono le rappresentanti del sentimento sentimentale . Non le sarà mai capitato di vedere sentimenti più sentimentali ed emozioni più emozionanti riunite in un solo cenacolo . Sono le adoratrici delle realtà evanescenti , le sacerdotesse del piagnisteo e delle lamentele , dell’incomprensione del mondo , della nevrosi , del suicidio superiore , della classe aristocratica e snob della cultura , del raffinato estetismo , del flusso di coscienza.. Alcune hanno aderito alla moda della letteratura psichiatrica , ma sono una minoranza . In genere optano per il sentimento sentimentale di emozioni emozionanti ..”
” Vede quel gruppo di giovanotti che stanno bevendo il caffè ? Bene , è il gruppuscolo letterario più notevole del nostro tempo . Letteratura dura , implacabile , seria , grave , offensiva , inflessibile , degna .. di livello intellettuale .. come dire ? pari alle favole di Perrault , ma con più impegno ..Una frase asciutta , una sentenza incomprensibile , un pensiero abissale , un’idea misantropica fino all’insulsaggine ..il disprezzo del mondo è sostanza , e la grammatica traballante è la meraviglia moderna ” .
I collegamenti arbitrari ( e virtuosi )
La donna in bianco , La pietra di luna di Wilkie Collins
La verità sul caso Savolta di Eduardo Mendoza