Libri

A.M. HOMES

QUESTO LIBRO TI SALVERA’ LA VITA di A.M.Homes , Feltrinelli 2006 , 311 pagine

Torniamo indietro di quasi vent’anni rispetto alla pubblicazione di Che dio ci perdoni. Richard Novack è un uomo di mezza età, ha da tempo abbandonato New York, la moglie e il figlio, e vive isolato in una specie di bolla atonale priva di ricordi. Un giorno, un improvviso devastante dolore lo porta a deviare dalle sue giornate sospese e difensive, e a temere la propria fine. Trascurati gli affari finanziari che sbriga via computer, intraprende una specie di sortita nel mondo, che segna un punto di ripartenza e al tempo stesso la presa di coscienza di un ego rimosso. Tra il riconoscimento di parenti che non sono più quelli di un tempo e gli strampalati nuovi incontri che annoverano personaggi celebri, casalinghe ed immigrati, Richard diventa una sorta di doppio del protagonista dell’ultimo romanzo di A.M.Homes e al contempo ne rappresenta la premessa. Rispetto ad Harold Silver deve infatti intraprendere un viaggio di pietas, di conoscenza e di riscatto che si può aprire al presente e al futuro solo attraverso una riappropriazione del passato. Romanzo di formazione anomalo in quanto riferito alla maturità, Questo libro ti salverà la vita non contempla il classico pescecane americano che fa denaro tramite il denaro, bensì una sorta di attualizzazione de L’idiota di Dostoevskij, più illustrato mediante il contesto che in virtù dei suoi pensieri e delle sue azioni. E qui si rivela l’abilità della grande autrice che recupera una classica parabola esistenziale sia attraverso i coprotagonisti e i figuranti, che mediante i luoghi della West Coast, abusati dalla fama e completamente riverginati: sabbie piatte e doline pericolanti, case di cemento quadrato arredate in bianco latte, strade e svincoli come premonizioni. Succedono tantissime cose, ma tutte viste dietro ad un vetro o percepite come nei quadri di David Hockney: piscine cosificate dalla luce, prati pettinatissimi di zolle importate, interni silenti di personaggi assorti…i miti americani del benessere e del malessere, amplificati da varie idiosincrasie tra moda, credulità mistica e business; e molto, molto altro. Tutto trascritto secondo la samba di una nota sola, con il lettore che si accomoda nel racconto come dentro a un liquido amniotico riparatore, sia per riflettere che per godersi a pieni denti l’affondo nella ciambella fragrante o rancida della vita.

CHE DIO CI PERDONI di A.M.Homes , Feltrinelli 2013, 496 pagine

Harold Silver è un discendente dello Pnin di Nabokov, di vari personaggi di Bellow ( da Herzog a Humboldt) e del Panofsky di Mordecay Richler ( La versione di Barney ). Insegna storia contemporanea, anche se il suo unico argomento è il presidente Nixon, ed è afflitto da un rapporto diretto con la vita che tende all’ingenuità, nel senso che cade spesso vittima delle più improbabili contorsioni esistenziali, secondo jingle tragico-umoristici che danno a tutto il libro un’impronta grottesca ,senza che la veridicità del reale risulti alterata nella sua essenza .Ma la novità è un’altra, perchè l’autrice è una donna che – stranamente- scrive benissimo “da uomo”,recuperando il tono umoristico-disperato-dotto di tanta letteratura americana di matrice ebraico-rothiana, ma imprimendo nel contempo all’intero romanzo una sua personalissima atmosfera. La storia incomincia con due doppi avvitamenti alla Jacovitti, che da soli costituirebbero l’ossatura di parecchi racconti, e che qui invece sono solo il prologo di innumeri situazioni surreali, sostenute da un’invidiabile capacità di osservazione e di sintesi. Capacità che dicono tutto non tanto o non solo sulla complessità dello stare al mondo, quanto sartrianamente sulle continue scelte implicate dai rapporti, in cui ognuno costruisce il proprio inferno, collaborando alacremente anche alla realizzazione di quello degli altri. Dotata di un’inventiva muscolare alla Lansdale e capace di sarcasmi sia crudeli che densi di implicita pietas, A.M.Homes è un miracolo di scrittrice sotto il profilo della lingua, dello stile e della costruzione strutturale ,tra tagli netti che donano fluidità alla storia, dialoghi apodittici che riassumono mondi e caratteri in due battute, realismi dettagliatissimi e cortocircuiti di pensiero che sfiorano la poesia anche quando parla di carta igienica. Se ne emerge ammirati e divertiti, con la cassetta degli attrezzi ulteriormente arricchita non solo di illuminazioni teoriche, ma anche di utensili per l’uso, à la Perec.

A.M.HOMES è nata a Washington nel 1961. Adottata, ha conosciuto i suoi genitori biologici a trent’anni. Saggista, romanziera, giornalista, ha collaborato e collabora con parecchie testate prestigiose.
Nel 2013 ha vinto il Baileys Womens prize for Fiction per Che Dio ci perdoni.
Il New Yorker l’ha segnalata fra i venti scrittori americani più importanti del nuovo millennio.

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