LA DIMENSIONE NASCOSTA
Questa mattina al bar , due avventori con valigia lunga cercano di approdare al medesimo tavolino . Poche parole scontrose di scusa , e poi la frase risolutiva : anche lei di Roma ? Ssì . Ma Roma Roma ? Eccerto . Seguono fiutamenti , musate , chiacchiere scodinzolanti , scambio di caffè . Mi è fulmineamente tornato in mente un mio amico molto introdotto , molto referenziato , ovunque gradito , immancabile scopatore statistico . Dopo pochi minuti , qualsiasi sconosciuto gli presentassero , puntava sul numero eternamente vincente delle radici comuni . E di volta in volta era di Venezia , di Messina , di Ancona , perfino di Acapulco , alla bisogna portato via ancora bambino . Lo stesso luogo di nascita affratella , anche se esuli di pochi chilometri , non diversamente dalle amicizie dell’infanzia e della primissima giovinezza : magari dopo lustri , ormai irriconoscibili nel fisico e forse antitetici nelle fortune , ci si acquieta , ci si rilassa , si ha fiduciosamente qualche banalità da dire o qualche confessione da fare perchè si condivide un ricordo . Però basta prendere un treno o un autobus al capolinea per notare come le persone si distribuiscano sempre lungo tutti i sedili possibili , pur di stare da sole . La natura umana è contraddittoria , perennemente in bilico tra il lasciatemi stare e il prendetemi con voi , pateticamente dimentica di essere tutti , finchè vivi , dentro lo stesso viaggio per la medesima destinazione . Ce lo spiega in parte la prossemica , disciplina che correla la distanza fisica ai rapporti fra gli individui , e che varia moltissimo in funzione delle culture di origine . L’epigono ne è stato Edward T.Hall con il suo libro La dimensione nascosta – 1963- Bompiani ,1968 . Ancora modernissimo , interessante , divertente e imprescindibile per una società sempre più multirazziale .
Edward Hopper:Chop Suey ,1929 ;Chair car ,1965